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Domanda n.65: “Non immedesimiamoci nella sofferenza” (la prima regola dell'evoluzione)

sabato, 22 febbraio 2020

Domanda:
“Cara Maria, la tua ultima risposta (la n.64) è molto forte, quante cose ci hanno comunicato gli Esseri di Luce, quanto amore ci hanno dato! E' vero che dobbiamo essere positivi, avere fiducia, credere nel disegno divino, ma è difficile distaccarci dai mali del mondo, come si fa a non partecipare alle mille sofferenze?, come si fa a non strapparci le vesti, come tu dici?, come si fa a non essere in sintonia con gli ultimi della terra?”

Risposta:
“Cara Daniela, certo che è inevitabile entrare in empatia con tutti quelli che soffrono, condividere i loro drammi, soffrire con loro, ma questa partecipazione deve essere di breve respiro. Ci sarà un primo momento di umana comprensione per questa loro sofferenza, ma poi dobbiamo distaccarcene, dobbiamo accettare, avere fede nel disegno divino e aspettare gli eventi.

C'è un punto fondamentale, ed è che noi non possiamo capire, non possiamo sapere qual'è il karma che si è scelto una persona, o un gruppo o un intero popolo, quali scelte sono state fatte prima di tornare sulla terra, e quindi non possiamo giudicare: e dunque neanche soffrire con o per loro. Tutto quello che avviene ha un suo senso, serve a qualcosa, e come tale dobbiamo accettarlo con serenità.

La prima regola dell'evoluzione è proprio questa: tu devi preoccuparti solo di te stessa, devi pensare solo a superare i tuoi difetti e a diventare migliore. Ce lo hanno insegnato chiaramente:”Potete voi comprendere o conoscere il loro karma? Lasciate fare, ognuno ha il suo mulino; non vi preoccupate, ognuno si preoccupi per sé. Questa è la prima regola dell’evoluzione dell’uomo, è la prima grande regola.” (L'Eremita 14.1.83)

Tutti gli insegnamenti ricevuti dal Maestro, dagli Esseri di Luce e dalle guide sono finalizzati alla nostra evoluzione, e dunque non è necessario cercare altro che non abbia questo scopo. Ci insegna il Maestro: “Dovete desiderare il bene dei vostri fratelli, ma prima di tutto dovete cercare il rinnovamento di voi stessi. Non potete aiutare nessuno se dentro di voi non c’è quella Luce divina che rigenera e dà Luce nelle tenebre dei vostri fratelli più poveri di spirito.”(Il Maestro 14.1.83)

Perciò pensa a te, pensa a cercare la scintilla divina dentro di te. Dopodichè, se vuoi, puoi aiutare chi soffre. Ma, a maggior ragione, puoi farlo solo se, passato il primo momento di umana empatia, torni serena dentro di te: come sai, solo se sei serena puoi dare serenità. Noi dobbiamo aiutare chi reagisce male, dobbiamo dire loro “io sono sereno, io non mi preoccupo, perchè so che da un male viene prima o poi un bene” (Neri 25.3.92).


E poi non dimentichiamo mai che non siamo soli. Dobbiamo dire loro: non sei solo tu che soffri, c'è sempre chi ti aiuta, esci da questo tuo torpore mentale, non immedesimarti nella sofferenza. Ci sono le anime elette, le tue guide che soffrono con te, ti aiutano e ti indicano la strada: insieme a loro andate avanti nell'evoluzione.

Anche loro, le guide, soffrono, ma la loro sofferenza non è simile a quella degli umani, la loro consiste nel vedere la grande distanza che gli uymani hanno ancora da percorrere per avvicinarsi alla gioia del conoscere, dell'essere uno con la Luce divina. Rivela Neri: “Perciò queste grandi anime che scendono per confortare, non vedono l’essere umano che soffre come l’essere che soffre, ma come Dio che soffre nell’essere umano.”


“Questa mia dualità… io devo abbandonare quella parte che mi ha fatto sempre soffrire, perché se mi immergo nella parte del mio io superiore e abbandono l’io inferiore ritrovo la conoscenza e trovo la vita. E se sofferenza verrà..., io offrirò la mia sofferenza per la mia evoluzione.... io la donerò a Te, o Signore! Io la consacrerò a Te per la mia evoluzione.
È questa la grande importanza di sapere, accettare, donare nello stesso momento in cui voi soffrite. Qualsiasi sia il vostro dolore, piccolo o grande, offritelo all’altare di Dio.”


Queste frasi sono contenute nell'approfondimento che Neri ha fatto di una rivelazione del Maestro sulle anime elette che scendono per aiutarci. Ti riporto qui di seguito una parte di quell'approfondimento con le affermazioni del Maestro e i commenti di Neri:



IL MAESTRO: Le anime elette che hanno tanta volontà di scendere sulla terra, sono le anime che soffrono di più, perché la loro sensibilità, il loro attaccamento ai poveri che soffrono sulla terra le fanno sentire sofferenti, provano il dolore della povera gente.

“È meravigliosa questa frase del Maestro, perché ognuno di noi che scende sulla terra, che scende per confortare, per amare – io qui mi posso riferire a un Padre Pio, a una Teresa di Calcutta, a tutte queste anime così grandi che scendono sulla terra – trova la bellezza, trova l’amore. Ma provano anche il dolore di essere accanto a chi soffre, perciò questo dolore non lo hanno loro nel proprio spirito, nella propria carne, ma lo hanno nel proprio sentimento nel vedere i fratelli che soffrono, questi fratelli che non hanno neanche la conoscenza per capire perché soffrono. Ma le anime elette lo sanno e per questo soffrono, non tanto per il male fisico dell’essere umano che devono soccorrere, quanto per la grande distanza che hanno ancora per avvicinarsi alla gioia della felicità di conoscere!

Perciò scendono veramente per confortare e si fanno sofferenti della stessa sofferenza che esiste al di fuori di loro: Dio è nell’eterno dei poveri sofferenti. Perciò questa grande anima che scende per confortare, non vede l’essere umano che soffre come l’essere che soffre, ma come Dio che soffre nell’essere umano.

IL MAESTRO: Io le benedico sempre. Scendono già con un disegno ben preciso, scendono portando dietro di sé il disegno di Dio. Trovano quella grande ispirazione di un essere umano che si dovrà rinnovare al pari di loro.

“Questo è meraviglioso! Se si pensa che saranno coscienti di dover tanto soffrire, per loro sarà un calvario, una imitazione di Cristo. E ameranno tanto questi poveri esseri che soffrono, che loro si dovranno rinnovare, ripiegare dentro di sé per immedesimarsi in chi soffre, per sentirsi uguali a loro.”

IL MAESTRO: Perciò scendono come esseri umani e parlando ad altri esseri trasmettono la loro sensibilità, trasmettono la loro ampiezza di giudizio, di intelligenza, e trasmettono quella che è la volontà nella mente di Dio.

“Gli amanti della Luce... si prendono il dolore, le colpe, i dispiaceri, l’amarezza di chi soffre, ma si prendono anche la gioia di questo grande amore di servire maggiormente Iddio con tutta la loro forza, con tutto il loro essere....

Amati fratelli, è giunto il momento di poter camminare con tutto l’ardore che c’è dentro di noi: ritroviamoci, sentiamoci, perché la vita è Vita! Ma la Vita non è la vita che noi viviamo, ma è la vita che noi proviamo, è la vita che noi sentiamo quando facciamo del bene: questa è la Vita! Non è la vita perché si mangia, si dorme, si beve, ci si diverte: questo è solo il battito di un’illusione che si allontana lontano, lontano!

Ma seguiamo il fiume della voce di Dio che entra dentro di noi ogni momento del nostro giorno! Come fate ad essere così sordi? Se voi parlate, fermatevi un momento, e se voi porgete l’orecchio alla voce di Dio sentirete dentro di voi il Suo calore, la Sua Parola, il Suo Amore. Voi sentirete l’espressione divina che vi invade, sentirete la Sua Parola come intuizione, come vibrazione e allora direte: ‘Questa è la vita che io devo vivere sulla terra!’

Ognuno di noi non è sceso sulla terra per poter dire: ‘Io mi diverto, io godo, io sento… amanti delle parole, amanti della buona cucina, amanti del lusso, delle automobili. Questa è l’illusione che si prospetta davanti a voi nel vostro cammino!’ Ma la verità vera è quella di quando voi fate del bene, accarezzate un fanciullo che piange, accarezzate qualcuno che soffre, questa è la Vita! Solo allora voi dite: ‘Dio, io sono vivo, io Ti sento, io sono dentro di Te!’

Ecco, io Ti offro quel poco che so soffrire, prendilo come moneta della mia evoluzione. Ecco Dio, se io sono nato nella luce non posso amare ciò che è materiale, ciò che è umano, ma devo amare Te! E se Tu mi hai costruito in luce, io Ti devo amare in luce, Ti devo amare in espressione divina! Ecco, allora io Ti vedo.

Nella nostra dualità, la materia ha sempre rinnegato lo spirito, ma la presenza dello spirito nel corpo umano si faceva spazio nella vita e vita dopo vita, e vita dopo vita ancora, fino a che un giorno si è sentita, si è ritrovata ed ha sentito accanto a sé il calore, la presenza dello spirito. Si è arresa, perché ha detto: ‘Nelle mie reincarnazioni, nelle mie vite, io non ho mai sentito il tuo calore, il calore dello stesso essere che avevo dentro di me!’

Allora questa mia dualità… io devo abbandonare quella parte che mi ha fatto sempre soffrire, perché se mi immergo nella parte del mio io superiore e abbandono l’io inferiore ritrovo la conoscenza e trovo la vita. E se sofferenza verrà, io non sentirò sofferenza, ma se questa mia gioia che ho, io offro la mia sofferenza per la mia evoluzione e per l’evoluzione dei fratelli che mi sono vicini, io sentirò il dolore del mio dolore, sentirò il dolore della mia presenza fisica, perché l’accetto e la voglio per donarla a chi ne ha bisogno.

Perciò questa scissione che c’è nella dualità di bene e di male, dell’io inferiore e dell’io superiore, dello yin e dello yang, chiamatelo come vi pare, fa riflettere. È bello allora soffrire! Perché se devo fare evoluzione non posso dire: ‘Io mi evolvo e nascondo dentro di me e al di fuori di me la sofferenza perché più non la sento, perché io faccio evoluzione.’ Sarebbe giusto? No, invece, non è giusto! perché allora la vostra evoluzione non è consacrata! Ma se volete consacrare la vostra evoluzione, allora accettate il dolore del vostro dolore interiore, fisico. Essendo coscienti di avere uno spirito, il dolore che vi si presenta offritelo a Dio....

Ma quanto mai ognuno di voi non ha sentito la gioia della sofferenza! ‘Signore, io non Ti chiederò la sofferenza, perché non è bello chiederla, è presunzione! Ma se questa sofferenza verrà, io la donerò a Te, o Signore! Io la consacro a Te per la mia evoluzione e per giusta rivelazione a tanti esseri che non conoscono e non sanno della Tua presenza.’ Questa è la vita! Questa fa parte della vita eterna!

È questa la grande importanza di sapere, accettare, donare nello stesso momento in cui voi soffrite. Qualsiasi sia il vostro dolore, piccolo o grande, offritelo all’altare di Dio, consacratevi a Dio nel momento in cui ognuno di noi soffre, altrimenti non è valido! Se uno non soffre a divertirsi, a ballare, ad un cinema o correre sulla spiaggia con gli amici non può consacrare a Dio il suo dolore, se dolore non prova; ma se consacrate a Dio il vostro dolore nel momento in cui soffrite, voi consacrate a Dio la vostra evoluzione!

IL MAESTRO: Nulla è impossibile allora, poiché essi, distaccati dalla stessa forza terrestre pur vivendoci, soffrono amaramente perché sentono dentro di sé la disperazione e tutta la passione che l’essere umano …

“Pensate, da esseri evoluti, esseri distaccati, esseri arrivati che veramente godono della gioia della presenza di Dio, scendono sulla terra e vivono come l’essere umano più disgraziato che ci possa essere. Non possono prendersi posti di privilegio: direttori di fabbriche, senatori o deputati o quello che volete voi, no! Si vogliono immergere ancora in quello che è il dolore della povera gente.”

IL MAESTRO:… gridando in questo grande oceano della disperazione urla alzando le braccia verso Dio; urlano la loro tristezza, la loro disperazione per essere uditi da chi può dare loro la pace.

“Chi di voi, vedendo soffrire un proprio caro non ha forse urlato a Dio: ‘Dio, dagli pace! Togli a lui questa sofferenza! Fa che ora possa sentire in Te la sua presenza e che possa avere, sentire, vita dopo vita, abbeverarsi della Tua Luce, della Tua Vibrazione e correre verso di Te, e camminare nella Tua Luce e immedesimarsi in Te!’ Perché solo così possiamo trovare la nostra pace: pensando la pace nella pace di Dio!
Non posso trovare pace dentro di me, se prima non ho portato Iddio dentro di me. E se riesco a portare la presenza di Dio dentro di me, io, a mia volta, sarò dentro di Dio nella Sua presenza e dentro la Sua presenza troverò la pace e potrò sentire così la Sua presenza, la Sua pace, il Suo amore, la Sua vita, perché sarà la mia Vita. Il Suo amore sarà il mio amore. E allora posso dire veramente: ‘Nella Tua Verità io sento la verità; e se sento la verità, io parlerò della Tua Verità... affinché ognuno possa sentirla, goderla, abbracciarla e possa veramente sentire questo grande trasporto di tenerezza come una nota che scandisce nell’universo; in quella nota è la nota, è il canto di lode a Dio...
E allora eccoci! La sofferenza: dover donare, donare e soffrire perché lui non comprende, non capisce, è chiuso, è ottuso. Però non lo si abbandona perché non capisce! Forse non va compatito, ma va amato, va amato di più! Perché lui forse ha più bisogno di tutti gli altri, ha più bisogno di essere amato, coccolato, vezzeggiato: ha bisogno di questa verità, di questo amore che è vivo e vero dentro ognuno di voi. Se ognuno di voi mettesse in pratica solo questa ultima frase che vi ho detto, io vi giuro che sareste tutti santi!...


IL MAESTRO: Molti vi ascolteranno, e chi vi ascolterà avrà trovato la pace interiore, mentre chi non vi ascolterà, dovrà soffrire ancora. Ma ricordatevi bene, la maggior sofferenza sarà la vostra, perché allora vi sentirete incapaci per non aver saputo donare quella Parola di Dio. Questo fa parte dell’Amore universale, dell’Amore che vi abbraccia. ...Molti di voi hanno la proprietà di divulgare la Parola, gli Insegnamenti ricevuti, eppure lo fanno distrattamente. Siete così avidi solo nel sapere e non nel donare.

“Amen!, è vero! Vedete, il peggiore avaro è quello che prende tutto per sé, arriva a capire, arriva a comprendere, però non lo sa donare, non lo sa ridare, come dice qui il Maestro: ‘…la Parola, gli Insegnamenti ricevuti, eppure lo fanno distrattamente. Siete molto avidi solo nel sapere, ma non nel donare.’ Questo per me è uno dei più grossi peccati che ci possa essere. Chi è – dice – il peggiore di tutti voi? Non è lo scialone, ma è l’avido, il tirchio, quello che tutto vuole e nulla dà, e se lo dà, per paura di dare troppo lo dà a monosillabi; per paura di dare troppo, di rimanere senza, una parola in qua, una parola in là, che chi l’ascolta ne sa meno di prima. Donate! donate! donate la vostra sapienza, che non è vostra, ma è quella che le mie Guide e Iddio vi hanno donato. Donatela con amore, con generosità: questa è la Verità!”

IL MAESTRO: La vita che vi è stata donata, non vi è stata donata solo perché possiate mangiare, bere e vestirvi bene. Vi è stata donata come dono divino perché potete avere le proprietà di far felici tutte le genti portando quella Parola che voi avete imparato qui, non quella parola che avete letto. Un’era nuova si è aperta dentro di voi. La vostra mente è a contatto con Dio, poiché è a contatto con le Mia Parole. Si rinnova la vostra energia portando questa grande forza astrale su tutte le genti. Il vostro parlare deve invadere il cuore della gente…


“Deve invadere il cuore, la mente delle povere anime che non sanno conoscere la verità. Il vostro parlare deve abbracciare i poveri in spirito, deve abbracciare chi non vi conosce. Abbracciate chi bestemmia, chi urla. Abbracciate chi non sa conoscere la verità, e soprattutto abbracciate voi stessi, la vostra anima, se ne siete capaci, affinché non si perda lontano da voi.”

(Neri 25.3.92 su 6.3.91).
Campana
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