Chi era Neri Flavi
Nacque al Galluzzo di Firenze il 31 ottobre 1930, e, usando parole sue che sono state riprese da una registrazione in cui lui stesso racconta la sua vita...
Scesi nella famiglia dei Flavi ed il mio nome fu Neri, e fu come se all'improvviso venissi a contatto con un mondo tutto nuovo del quale prima ero come spettatore perché entità disincarnata, mentre ora ne ero divenuto attore, o per meglio dire, ero divenuto un essere umano di questa "Era" della quale ormai già facevo parte.
Crebbi ed ero silenzioso, sempre di poche parole ma sorridevo a tutto: sorridevo ai fiori, alle farfalle ed a tutte le cose viventi della terra
Ricordo molto bene dell'età mia giovanissima, di quando vedevo nell'aria dei colori bellissimi, ben diversi da quelli di oggi; erano principalmente dei rosa, ma di un rosa molto più forte e più compatto di quello di oggi; e le nubi non le vedevo tanto distanti, ma addirittura tanto vicine da poterle quasi sfiorare con una mano; e questo mio sogno vivente della terra mi accompagnava giorno per giorno, fino a che feci le mie prime amicizie.
Trovai tre ragazzi della mia età, che parlavano sempre parecchio fra di sé. Entrai a far parte di loro e giocavamo insieme, tutti giochi che possono fare i bambini, e poi, ad un'ora precisa, mi lasciavano e tornavano alla loro dimora. Soltanto tanto tempo dopo seppi che non erano ragazzi normali ma ragazzi "entità", che venivano a giocare con me su questa Terra.
E questo durò tanto, tanto tempo, ed anche quando andavo fuori loro venivano con me e si parlava, si rideva, si correva.
Altri fatti mi accadevano, come delle previsioni che sentivo dentro: vedevo gente che camminava per la strada e di qualche persona intuivo che sarebbe morta presto, ma non davo importanza alle intuizioni e rimanevo immobile a pensare a tutte queste cose, senza rendermi conto che realmente poi accadevano.
Non davo importanza alla vita perché io mi sentivo immortale, ed anche quando ero piccolo dicevo tra me: "Tutti moriranno ma io no!". Chissà, forse perché pensavo inconsciamente alla reincarnazione, pensavo che nell'Aldilà ci fosse qualche cosa di grande… una Verità che io avevo sentito, forse provato in tutte le mie lunghe reincarnazioni.
Nel '70 morì mio padre e la sua morte fu un trauma, perché il babbo era per me una necessità: quando parlavo con lui sentivo come una forza vitale! Lui possedeva una capacità medianica non indifferente, tanto è vero che in vita gli si verificavano degli apporti. Quando morì rimasi solo!
Questo dolore contribuì però a fare riaccendere, dopo un certo periodo di assopimento, le mie doti medianiche.
Infatti conobbi una medium di Firenze e nel corso di una seduta che lei mi fece si presentò mio padre il quale mi disse che dovevo stare sereno, dovevo smettere di pensare e di soffrire, che avrei avuto delle soddisfazioni grandi, ma solamente soddisfazioni spirituali.
Fu bello questo, perché mi disse anche che la mia medianità dovevo metterla a frutto e non fare come aveva fatto lui; la mia medianità doveva servire per cose superiori a quelle che lui era riuscito ad ottenere e manifestare. Aggiunse che il mio momento era giunto e che dovevo incominciare. Ma attento -mi disse- perché hai scelto una strada molto sassicosa. La tua vita sarà sofferta, e l'unica gioia che proverai sarà nel fare del bene.
Mi salutò, mi abbracciò e mi benedì… e dall'indomani incominciò il mio cammino spirituale. Quando penso al babbo ricordo anche che nelle occasioni in cui constatava la mia forte medianità, mi diceva sempre:
Ricordati Neri, che tu sei stato battezzato su un cavallo bianco!