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Domanda n.3: Che cosa rimane di noi quando...

venerdì, 7 febbraio 2014

Domanda:
Domanda n.3: che cosa rimane di noi quando non ci saremo più.
Cara Maria, io non sono spaventato per quando dovrò andarmene, ma spesso penso che sarebbe bello se fossimo ricordati per qualcosa che non faccia parte dei beni materiali. La domanda sta per me diventando assillante: che cosa rimane di noi quando non ci saremo più?

Risposta:

Caro F., io sono convinta che di noi rimarrà la nostra impronta, rimarranno i nostri frutti spirituali, rimarrà l'esempio delle azioni e dei pensieri della nostra vita, le opere di bene fatte, le parole buone donate, i pensieri positivi inviati con amore.
Conosci la parabola del seme che germoglia rivelata dal Maestro?
Te la riporto qui di seguito:


"Fratelli Miei, voi siete fragili, la vostra vita è piena di e­mozioni, è piena di vita. Io quando vi guardo, vi paragono tutti, nessuno escluso, alla piccola spiga di grano. Essa cresce e si fortifica da un piccolo seme che germoglia. Questo piccolo seme diventa solo erba, ma i suoi frutti andranno sempre a migliorare, a fortificarsi, a ingrandirsi ed a moltiplicarsi. Ecco, Io vedo voi come la spiga di grano che si annulla e muo­re, ma lascia in eredità tanti altri piccoli semi che poi a loro volta dovranno germogliare ancora.

Perciò la vostra vita, esile vita, non dovrà così morire sola, senza nessun ricordo, ma voi vi moltiplicherete come si è moltipli­cata la spiga di grano. Quanti semi, quanti figli o quante anime salvate, quante anime generate ancora, dovrà fare ancora, e un’infinità di chicchi che si dovranno ancora moltiplicare! Se il vostro seme è buono, se le vostre azioni sono buone, il vostro chicco sarà fertile, luminoso e si potrà così moltiplicare nel lungo corso della vita e al di fuori della vostra vita.

Quando la falce inesorabile taglierà il vostro arbusto, quei piccoli semi dovranno germogliare allora, e ogni piccolo seme parlerà di voi, delle generazioni passate avanti di voi. E ognuno si doman­derà chi poteva essere il vostro nonno o bisnonno, e bisnonno e bisnonno ancora.
Quante anime! La vostra vita sarà piena di germogli e sarà piena di fertili­tà che non dovrà perire, non dovrà morire mai. Ecco, sta a voi seminare questo piccolo seme in una terra molto fertile; sta a voi lasciare la vostra impronta, lasciare in eredi­tà per vostra memoria dei buoni frutti, dei frutti che lasceran­no dei vostri semi, affinché questi figli che dovranno nascere, questi frutti che dovranno essere, parlino di voi. Anche se nessu­no vi ricorderà col vostro nome, vi ricorderanno quelle genti ve­nute dopo e che verranno dopo di voi, affinché debbano dire: “Bene­detto tu sei, o figlio, e colui che ti dette la vita.”

Questo è l’esempio, ma non basta dire: “Io ho un figlio, dieci figli, venti figli, quaranta figli…” quanto una spiga di grano e forse di più! Ma dire: “Io ho fatto del bene, ho saputo fruttificare il mio seme cento per uno. Ho lasciato così la vita ad altre vite che non conoscevano la Luce; ho lasciato la mia impronta im­pressa, non nella mente degli uomini, impressa nel firmamento e nella Luce di Dio.”
Ecco, questa è l’impronta che ognuno di voi deve lasciare. Se voi siete un piccolo seme, un piccolo chicco di grano che dovrà germogliare per lasciare tanti buoni frutti… fatelo, e fatelo bene. E quando verrà la morte che con la sua falce dovrà tagliare il vostro arbusto, voi non morirete poiché la vostra vita è rima­sta impressa in altre vite e loro vivranno per voi, affinché il vostro spirito possa dire: “Io riposo in pace.”

Ecco, questo è l’esempio che ognuno di voi deve dare. Perciò il vostro seme migliore è parlare, parlare, e portare alla messe tan­ti, tanti buoni frutti.
Portate i semi a Me, affinché Io possa seminarli per voi, af­finché, quando Io li avrò seminati e questo piccolo seme potrà germogliare, Io venga da voi e accarezzi la vostra fronte e la vostra chioma. E quando sarete vecchi vi appoggerete a Me, poiché Io camminerò insieme a voi. E Io farò lucente la vostra anima, co­me chicco dominatore delle vostre semine.
La pace sia con voi."

(Il Maestro 30.06.90, pag. 1491 della raccolta delle rivelazioni)
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